Incontro con Vito Mancuso
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La morte e il significato della vita
- Come ha scritto Daniela Monti, giornalista del Corriere della Sera, Vito Mancuso è un teologo «con una solida vita di fede alle spalle». Non nutre dubbi sull'esistenza di Dio e «sulla vita divina cui noi uomini possiamo partecipare».
Però pone domande. Molte domande, convinto che, qualunque sia il nodo che si affronta, occorra «guardare bene negli occhi il fenomeno, in modo fermo, con animo saldo, disposti a lasciarsi scavare». E' un teologo di frontiera. Un teologo che per parlare della vita e della morte sconfina dalla dottrina per addentrarsi nella scienza; che usa un'equazione matematica per spiegare cosa l'uomo intenda per anima; che ama la chiesa, convinto però che oggi sia possibile fare teologia solo «fuori le mura».
In ambito etico Mancuso si è più volte dichiarato a favore di: contraccezione, fecondazione assistita, principio di autodeterminazione per il fine vita, donazione alla ricerca delle cellule staminali embrionali derivate da fecondazione assistita e ora crioconservate (stimate in circa trentamila).
In generale il pensiero di Mancuso si può connotare come evoluzionismo teologico, o, dal punto di vista filosofico, come emergentismo. È un pensiero che si nutre della convinzione di una progressiva evoluzione dell'essere (come hanno visto Hegel, Bergson,Whitehead, Teilhard de Chardin), la quale però avviene mediante crisi, negazioni, contraddizioni, antinomie (come hanno visto Platone, Pascal, Kant, Simone Weil). Mancuso ritiene che l'autentica dimensione religiosa consiste propriamente in questo tentativo di realizzare l'armonia di fronte alle brutture del mondo. Si tratterà di una realizzazione a volte serena, a volte tragica, ma in ogni caso la fede religiosa secondo Mancuso deve essere portatrice di una grande fiducia verso la vita, verso il suo valore, verso la sua sensatezza, verso la grandezza e la bellezza di essere uomo, in quanto libertà che sa scegliere il bene e la giustizia. La religione è un inno esistenziale al senso totale della vita. La salvezza è presente da sempre nella creazione e nella sua logica che si dice come relazione. Seguendo la logica relazionale immessa continuamente dall'incessante azione divina, praticandola concretamente qui e ora, gli uomini divengono giusti, cioè partecipi di una dimensione più ordinata dell'essere. Tale dimensione apre a una vita al di là di questa vita terrena, denominata dalla tradizione come vita eterna.
(note tratte da www.vitomancuso.it)
Vito Mancuso è stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011 e dal marzo 2013 è docente di Storia delle dottrine Teologiche presso l'Università degli Studi di Padova.
I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L'anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007) e Io e Dio Una guida dei perplessi, (Garzanti, 2011) due bestseller da oltre centomila copie con diverse traduzioni in altre lingue. Ma ha scritto anche Il dolore innocente (Mondadori), Per amore. Rifondazione della fede (Mondadori), Disputa su Dio e dintorni con Corrado Augias (Mondadori), La vita autentica (Raffaello Cortina), Obbedienza e libertà (Fazi), Il caso o la speranza? con Paolo Flore D'Arcais (Garzanti)
L'ultimo libro si intitola Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare (Garzanti Editore, Settembre 2013).
Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano La Repubblica. Coltiva da anni un rapporto costante con la carta stampata. Suoi articoli sono apparsi su Avvenire, Panorama, Corriere della Sera. Nel 2008 è stato collaboratore de Il Foglio. Numerosissime le recensioni e le interviste. Ma anche le apparizioni televisive a Che tempo che fa (Fabio Fazio), L'Infedele (Gad Lerner), Le Storie (Corrado Augias), Otto e mezzo (Giuliano Ferrara), Uno Mattina, TG1 (Gianni Riotta), TG2 (Tommaso Ricci).
I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L'anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007) e Io e Dio Una guida dei perplessi, (Garzanti, 2011) due bestseller da oltre centomila copie con diverse traduzioni in altre lingue. Ma ha scritto anche Il dolore innocente (Mondadori), Per amore. Rifondazione della fede (Mondadori), Disputa su Dio e dintorni con Corrado Augias (Mondadori), La vita autentica (Raffaello Cortina), Obbedienza e libertà (Fazi), Il caso o la speranza? con Paolo Flore D'Arcais (Garzanti)
L'ultimo libro si intitola Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare (Garzanti Editore, Settembre 2013).
Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano La Repubblica. Coltiva da anni un rapporto costante con la carta stampata. Suoi articoli sono apparsi su Avvenire, Panorama, Corriere della Sera. Nel 2008 è stato collaboratore de Il Foglio. Numerosissime le recensioni e le interviste. Ma anche le apparizioni televisive a Che tempo che fa (Fabio Fazio), L'Infedele (Gad Lerner), Le Storie (Corrado Augias), Otto e mezzo (Giuliano Ferrara), Uno Mattina, TG1 (Gianni Riotta), TG2 (Tommaso Ricci).