LA POESIA
METTE A FUOCO LA VITA
- «Se ne fotte se non la chiamano più regina. Lei lo è, anche se il trono è finito chissà dove, e la corte è dispersa. La voce è forse un poco arrochita. Ma quando si propaga nelle stanze, per i corridoi pericolanti e per le scale che da tempo quasi nessuno percorre, ridiventa la sua voce di ragazza, ritrova il suo tono, la nota. ...
E la sua eco è sempre quella. Non c’è chi, anche tra coloro che stanno combattendo per un pezzo di stoffa o un cartone di riso, non la riconosca. E nel gesto, in certi lampi degli occhi, si vede ancora benissimo da dove viene la Signora. Io sto vicino ai gradini. Mi ubriaca la mente, la accende. Mi fa essere più ragionevole e più matto di libertà. Mi sbatte contro il muro. Mi lancia verso la grande aria del mare. E poi sosta. Lascia appesi col cuore alla luna. Sempre notte, sempre giorno. Non so cosa farci. È lei, la poesia.
“Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
rida la primavera…”
Dice così, ad un certo punto, in un crescendo visionario e lucido, il canto notturno del Pastore Errante nell’Asia. Lo scrisse Giacomo Leopardi. Fu incuriosito da un giornale di viaggio in cui si parlava di certe popolazioni dell’Afghanistan. Ispirato dalla cronaca. Alla luna si rivolge, dice di non sapere nulla del mistero della vita. Nulla su dove va, né sulla fame, sulla noia che lo punge. La poesia lo porta a quel punto. A rivolgersi alla luna. Con una supplica urgente, quasi imperiosa, segnata in quella ripetizione (“Tu sai, tu certo”). Lei lo sa, lo deve sapere a che cosa ride la primavera. A che amore si rivolge? O è un riso demente? Un sorriso a nessuno?
Sono questi i capolavori della Signora. Robetta, si dirà. Aggeggi di nessuna importanza. Qualche banda di trafficanti le ha fregato la corona, ma lei resta al suo posto, i capelli sciolti. Ama il suo paese, anche quando gli vomita contro urla e offese tremende. Anche se molti dicono che parla a vanvera. Che non serve a niente. Invece serve a tutto. Ad accendere i nervi, le menti, l’anima se qualcuno ce l’ha ancora, così che si accorgano che la vita accade, che sta accadendo. La primavera, la luna, la notizia minuscola in cronaca, il brivido dell’aria, del respiro… La poesia mette a fuoco la vita.
(da “Il fuoco della poesia”)
Nato a Forlì nel 1964, fondatore del Centro di poesia contemporanea dell'Università di Bologna, Davide Rondoni è presente nelle più importanti antologie di poesia italiana del secondo Novecento. Ha pubblicato tra gli altri “Apocalisse amore” (Mondadori 2008), “Avrebbe amato chiunque” (Guanda 2003), “Compianto, vita” (Marietti 2001), “Il bar del tempo” (Guanda 1999), “Rimbambimenti” (Raffaelli 2010), “Si tira avanti solo con lo schianto” (Whyfly 2013), con i quali ha vinto alcuni dei maggiori premi di poesia. E' tradotto in vari paesi.
Collabora a programmi di poesia in tv (Rai e tv2000) e ad alcuni quotidiani come editorialista (Avvenire, Il Tempo, Il Sole24Ore). Ha fondato e dirige la rivista clanDestino. Suoi recenti volumi di saggi sono “Nell’arte vivendo, prose e versi su arte e artisti” (Marietti 2012), “Contro la letteratura” (Saggiatore 2011, sull'insegnamento a scuola), “Il fuoco della poesia” (Rizzoli 2008), “Non una vita soltanto” (Marietti 2001).
Dirige le collane di poesia per Marietti e di ebook poesia per Subway edizioni. E' autore di teatro e di traduzioni da Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri. Ha partecipato a festival internazionali di poesia in molti paesi. In prosa ha pubblicato “Gesù, un racconto sempre nuovo” (Piemme 2013), “Hermann” (Rizzoli 2010), “I santi scemi” (Guaraldi 2003). Tiene corsi di poesia presso alcune Università.
Collabora a programmi di poesia in tv (Rai e tv2000) e ad alcuni quotidiani come editorialista (Avvenire, Il Tempo, Il Sole24Ore). Ha fondato e dirige la rivista clanDestino. Suoi recenti volumi di saggi sono “Nell’arte vivendo, prose e versi su arte e artisti” (Marietti 2012), “Contro la letteratura” (Saggiatore 2011, sull'insegnamento a scuola), “Il fuoco della poesia” (Rizzoli 2008), “Non una vita soltanto” (Marietti 2001).
Dirige le collane di poesia per Marietti e di ebook poesia per Subway edizioni. E' autore di teatro e di traduzioni da Baudelaire, Rimbaud, Péguy e altri. Ha partecipato a festival internazionali di poesia in molti paesi. In prosa ha pubblicato “Gesù, un racconto sempre nuovo” (Piemme 2013), “Hermann” (Rizzoli 2010), “I santi scemi” (Guaraldi 2003). Tiene corsi di poesia presso alcune Università.